 |
Il Fondatore (le origini dello Judo)
Il Maestro
Jigoro Kano nacque il 28 ottobre 1860 a Mikage, un piccolo villaggio marino nei pressi di Kōbe. Egli era il terzo figlio di
Jirosaku Kano, ufficiale di Marina dello shogun
Tokugawa, ma il
titolo era probabilmente onorifico in quanto la famiglia si occupava della
produzione di sakè.
Da giovane,
essendo di piccola statura e di fisico piuttosto gracile, pratica intensamente
dell'attività fisica ed alcuni sport occidentali come il baseball, di cui fu il fondatore del primo
club giapponese, il Kasei baseball club. Kano sapeva che nel periodo feudale
veniva praticato in Giappone il jujutsu, una disciplina con la quale un
uomo poteva battere un avversario anche di gran forza, e comincia ad
interessarsene. Si procura perciò numerosi Densho, i libri segreti, che ormai si trovavano in vendita
nei mercatini, e con un suo compagno di studi tenta di addestrarsi da solo.
Dopo aver manifestato al padre il desiderio di iscriversi ad un dojo, riceve da lui un netto rifiuto poiché la disciplina
era screditata e in vistoso declino.
Nel 1877
entrò nell'Università
di Tokyo, la prima
reimpostata secondo criteri occidentali, e naturalmente fu costretto a
trasferirsi per poter seguire gli studi. Ciò gli consentì di sfuggire al
controllo del padre e dedicarsi allo studio del jujutsu. Kano, con molte
difficoltà poiché anche in una città come Tokyo era difficile trovare un dojo,
riesce grazie all'aiuto di Teinosuke Yagi, un anziano maestro non più
praticante, ad iscriversi alla scuola del maestro Fukuda di Tenshin shin'yo, il quale restò ammirato dalla
dedizione del suo giovane allievo. Anche Fukuda era anziano e deceduto questi
dovette cercare un nuovo maestro, che trovò in Mataemon Iso, anch'egli di Tenshin shin'yo, con
il quale completò lo studio di questa Ryu (scuola), ricevendo il grado di Shian
(maestro), nonché il libro segreto che gli fu lasciato in eredità. A questo
punto Jigoro Kano inizia lo studio di un'altra Ryu di jujitsu, questa volta Kito, che apprende sotto la guida di Iikubo Tsunetoshi. Questa scuola era famosa per le
sue tecniche di atterramento dell'avversario e per praticare il randori (pratica libera), a differenza
della quasi totalità delle altre scuole che fondavano l'insegnamento attraverso
i Kata (forme preordinate). La sua
dedizione e l'impegno lo portarono a conquistare il grado Shian anche in questo
stile del tutto diverso dal precedente. Lo studio del jujitsu non gli impedì
comunque di laurearsi in Scienze Politiche ed Economiche nel 1881. Un anno dopo, nel 1882, a soli 22 anni aprì il suo primo dojo, di soli 12 tatami, in una saletta del Tempio di Eisho
nel quartiere Shimoya di Tokyo, e con l'aiuto di soli nove
discepoli creò il Kodokan Judo (la Scuola per seguire la
"Via").
Qui dalle
ceneri del Jujutsu fece nascere il suo metodo,
chiamato "Jūdō" (via della cedevolezza),
nel quale fece convergere i metodi delle antiche scuole di arti marziali associandoli al concetto di
ottenere il miglior risultato col minimo sforzo, formando una disciplina
efficace tanto per il fisico quanto per la mente. Jigoro Kano ricoprì numerosi
incarichi per il governo, e grazie alla sua influenza riuscì a fare inserire il
judo nelle materie scolastiche accanto all'educazione fisica. L'insegnamento
del "Metodo Kanō" cominciò ad aver vita all'Accademia navale e nelle Università di Tokyo e Keio. Il nuovo Jūdō Kodokan era al centro dell'attenzione
pubblica, grazie ai lodevoli principi ed agli elevati ideali, ma nonostante ciò
si levarono alcuni sospetti sulla sua efficacia in combattimento. In
particolare, il Jūdō era disprezzato dai praticanti del
vecchio stile Jujitsu.
Questa
situazione sfociò in un'aperta rivalità tra la scuola del famosissimo Hikosuke Totsuka e il Kodokan. Nel 1886 la questura di Tokyo indisse un torneo fra le scuole di jujutsu allo scopo
di selezionare il metodo più efficace con il quale sarebbero stati addestrati
gli agenti. Il Kodokan su 15 combattimenti ne vinse 13
mentre due finirono in pareggio. La vittoria stabilì la supremazia del Jūdō non solamente nei principi, ma
anche nella tecnica. Con i suoi migliori allievi, Kanō nel 1895 stabilì il Gokyo, cioè il metodo di insegnamento
diviso in 5 gradi. Sono dello stesso periodo le prime elaborazioni di Kata, con
le forme delle proiezioni Nage no kata e del combattimento reale Kime no kata. Successivamente, nel 1921, migliorò il Gokyo, lo stesso dell'attuale, con
l'aiuto dei suoi allievi più esperti e con i maestri delle ultime scuole di Jujitsu assorbite dal Kodokan.
Negli anni
successivi, il maestro compì molti viaggi per diffondere il Jūdō nel mondo; nel 1928 e nel 1934 fu in Italia, e visitò i centri judoistici creati da Carlo Oletti. Nel 1938 venne inviato in rappresentanza del Giappone al 12º Convegno del CIO (Comitato Olimpico Internazionale) al Cairo, che approvò la proposta di far svolgere i Giochi olimpici a Tokyo. Nonostante non considerasse il judo uno sport, si
adoperò per portarlo gradualmente verso i giochi olimpici, poiché in questo
modo sarebbe stato possibile far conoscere la sua disciplina nel mondo. Nella
sua idea educativa il judo era il mezzo di possibile miglioramento dell'uomo,
sia sotto il profilo etico quanto in quello fisico. Il judo mira cioè a
compiere la sintesi tra le due tipiche espressioni della cultura giapponese
antica, e cioè Bun-Bu, la penna e la spada, la virtù civile e quella guerriera,
in ossequio agli antichi Samurai.
Il suo
desiderio si realizzò, però, solamente nel 1964, quando la manifestazione si tenne a Tokyo. Tuttavia, Kano era deceduto anni prima, il 4 maggio 1938, a bordo della SS Hikawa Maru, mentre era in
un viaggio di ritorno verso casa, in un periodo in cui il Giappone, mosso da
una nuova spinta imperialista, si stava avviando verso la Seconda guerra
mondiale.
Dopo la
disfatta, la nazione fu posta sotto il controllo degli USA per 10 anni e il judo sottoposto a
pesante censura poiché catalogato tra gli aspetti pericolosi della cultura
giapponese che spesso esaltava la guerra. Fu perciò proibita la pratica della
disciplina ed i numerosi libri e filmati sull'argomento vennero in gran parte
distrutti. Il judo sarà poi "riabilitato" nel 1950 grazie al CIO, guadagnando ancora in popolarità ma perdendo in
qualità tanto che ad oggi a ben poche persone è stato riconosciuto il 10'dan
(il Kodokan ha promosso al 10' dan solamente 15 judoka di cui 5 postumi) uniche
eccezioni l'olandese Anton Gesink e l'inglese Charles Palmer che sono stati
promossi dalla Federazione Internazionale Judo e non dal Kodokan. Alla sua
morte, avvenuta all'età di settantasette anni, il Jūdō contava già più di 100.000 cinture
nere al suo attivo.
Nella vita
pubblica Jigoro Kano fu una personalità di spicco in Giappone. Nel 1882, dopo
aver terminato gli studi, fu nominato professore e successivamente, nel 1884,
Addetto alla Casa Imperiale, un titolo di grande prestigio. Più tardi, nel
1891, diviene consigliere del Ministero dell'Educazione, del quale diverrà
Direttore nel 1898. Nel 1911 viene eletto Presidente della Federazione Sportiva
Giapponese.
(tratto da Wikipedia)
|
 |